Canali Minisiti ECM

Mascherine e distanza abbassano 1000 volte la carica virale

Infettivologia Redazione DottNet | 21/10/2020 20:47

Studio italiano, cala anche la probabilità di malattia grave

Mascherine e distanziamento, misure centrali nel contrasto al nuovo coronavirus, potrebbero rivelarsi ancora più cruciali in questa seconda fase epidemica, sia al fine di contenere i contagi sia per ridurre la gravità della malattia. L'uso rigoroso delle mascherine e il rispetto del distanziamento fisico, infatti, abbassano di mille volte la carica virale del SarsCov2. A dimostrarlo è uno studio dell'IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Vr) pubblicato su Clinical Microbiology and Infection e condotto su circa 400 casi di COVID-19.  Si è evidenziato che al diminuire dell'esposizione al contagio, la carica virale dei pazienti arrivati in Pronto Soccorso si è man mano ridotta fino a essere mille volte inferiore rispetto a marzo; in parallelo, anche la gravità della malattia si è ridotta.

Lo studio conferma dunque l'importanza di contenere l'esposizione al contagio: mantenere bassa la trasmissione del virus, avvertono i ricercatori, serve infatti anche a ridurre la carica virale con cui si può venire a contatto, diminuendo così la probabilità di comparsa di una malattia grave. Questo potrebbe rendere meno 'pesante' la seconda ondata di COVID-19, attutendo l'impatto sugli ospedali e i reparti di terapia intensiva. Lo studio è stato condotto su 373 casi di COVID-19 giunti nel Pronto Soccorso dell'ospedale Negrar fra il 1 marzo e il 31 maggio scorso. Per ciascun caso "è stato valutato il carico virale tramite tampone, quindi i pazienti sono stati seguiti per registrare la gravità dei sintomi e l'evoluzione della malattia - spiegano Dora Buonfrate e Chiara Piubelli, coordinatrici dello studio -. I dati raccolti indicano chiaramente che al diminuire della circolazione del Sars-Cov-2 grazie alle misure di contenimento, si è abbassata in parallelo e di ben mille volte la carica virale riscontrabile nei pazienti". In altri termini, i casi arrivati in ospedale a maggio, quindi in un periodo di bassa esposizione al contagio, erano anche venuti a contatto con 'dosi' virali più basse e avevano meno Sars-Cov-2 in circolo nell'organismo, anche fino a mille volte meno rispetto ai pazienti ricoverati a marzo.

pubblicità

Questo ha portato i pazienti della tarda primavera a sviluppare COVID-19 in forma meno grave, come chiariscono Buonfrate e Piubelli: "A maggio i pazienti avevano in media sintomi di COVID-19 meno gravi e una minore probabilità di complicazioni; si è ridotta in parallelo la percentuale di malati che hanno avuto bisogno di terapia intensiva. Mantenere bassa la circolazione del virus e l'esposizione al contagio con l'uso di mascherine e il rispetto del distanziamento può perciò avere un impatto non solo sul numero assoluto di casi, ma anche indirettamente sulla severità dei casi stessi, contribuendo a mantenere i reparti COVID e quelli di terapia intensiva al di sotto della soglia critica di occupazione". Gli sforzi per rispettare le norme anti-contagio, concludono le ricercatrici, "sono perciò fondamentali, perché possono realmente contribuire a rendere più gestibile la seconda ondata che stiamo vivendo, riducendo la pressione sul Sistema Sanitario Nazionale".

fonte: Clinical Microbiology and Infection

Commenti

I Correlati

Rezza, "L'Italia ha opzionato un vaccino ma manca un piano pandemico"

Eric Feigl-Ding su X: "Iniziare ad accumulare farmaci in caso H5N1 diventi trasmissibile tra uomo e uomo". Bassetti: "Esagerato". I ricercatori italiani: "Evitare al lupo al lupo"

Il comitato vota all'unanimità la composizone per l'autunno

Oms, un morto per aviaria in Messico

Infettivologia | Redazione DottNet | 06/06/2024 12:31

Non legato a casi Usa, primo caso umano da A/H5N2, tre i focolai

Ti potrebbero interessare

Rezza, "L'Italia ha opzionato un vaccino ma manca un piano pandemico"

Eric Feigl-Ding su X: "Iniziare ad accumulare farmaci in caso H5N1 diventi trasmissibile tra uomo e uomo". Bassetti: "Esagerato". I ricercatori italiani: "Evitare al lupo al lupo"

Il comitato vota all'unanimità la composizone per l'autunno

Oms, un morto per aviaria in Messico

Infettivologia | Redazione DottNet | 06/06/2024 12:31

Non legato a casi Usa, primo caso umano da A/H5N2, tre i focolai

Ultime News

Cavaliere: i giovani Sifo rappresentano un’anima dinamica e propulsiva della nostra professione

Sono usciti sulla piattaforma Universitaly i risultati dei test di medicina svolti il 28 maggio scorso. Dal 19 giugno si saprà l'esito con nome e cognome

Benci (Associazione Terapia Estetica Botulino): “Le iniezioni sono un trattamento medico a tutti gli effetti, non possono essere eseguite frettolosamente”

Per incrociare le braccia occorre aver raggiunto 61 anni (in vari casi possono bastarne 59, come vedremo più avanti) e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023